Non è Alvar Mayor: non ha un pizzico del suo fascino, violenza e magia. La storia in se non è malvagia, ci può stare come sospensione della credulità, solo che pagina dopo pagina chiede troppo e sempre di più.
Le storie poi sono storielline che si concludono troppo semplicemente.
Davvero peccato.
Alba
Giorgio Caproni
Una cosa scipita,
col suo sapore di prati
bagnati, questa mattina
nella mia bocca ancora
assopita.
Negli occhi nascono come
nell’acqua degli acquitrini
le case, il ponte, gli ulivi:
senza calore.
È assente il sale
She Walks in Beauty
BY LORD BYRON (GEORGE GORDON)
She walks in beauty, like the night
Of cloudless climes and starry skies;
And all that’s best of dark and bright
Meet in her aspect and her eyes;
Thus mellowed to that tender light
Which heaven to gaudy day denies.
One shade the more, one ray the less,
Had half impaired the nameless grace
Which waves in every raven tress,
Or softly lightens o’er her face;
Where thoughts serenely sweet express,
How pure, how dear their dwelling-place.
And on that cheek, and o’er that brow,
So soft, so calm, yet eloquent,
The smiles that win, the tints that glow,
But tell of days in goodness spent,
A mind at peace with all below,
A heart whose love is innocent!
Aiuto! Aiuto!
Eccolo arrivare,
si chiama futuro!
Non fatelo entrare!
Bloccate quella porta!
Sbarrate le finestre!
Non possiamo sapere
che cosa porterà,
non siamo preparati,
non sappiamo che fare.
Vitae summa brevis spem nos vetat incohare longam
Ernest Dowson
They are not long, the weeping and the laughter,
Love and desire and hate:
I think they have no portion in us after
We pass the gate.
They are not long, the days of wine and roses:
Out of a misty dream
Our path emerges for a while, then closes
Within a dream.
Quando Baricco parla di musica è sempre un bel sentire, e gli si perdonano i suoi abituali peccatucci.
Le tesi del libro sono interessanti e spesso condivisibili (persino da uno come me che ama la dodecafonia), in ogni caso spingono alla riflessione che è sempre un ottimo indice di vitalità del testo.
Un saggio sulla religiosità del terzo millennio non può che essere interessante, se poi l'autore, che pure è un sociologo, si sforza di usare un linguaggio il più razionale possibile, è ancora più interessante.
Purtroppo non va oltre le tre stelle, perché chi scrive è pur sempre un sociologo e deve usare termini ridicoli, perifrasi auliche, intorcinamenti logici e via così.
Apprezzo lo sforzo.
Altra pecca è il focalizzarsi sull'Europa e il cristianesimo riformato, riservando alle altre religioni e agli altri continenti un paio di capitoli.
Troppo poco per un argomento così pervasivo.
Parecchi anni fa lessi "Il quadro eretico" di Willeford e mi piacque abbastanza, un giallo insolito. Nulla sapevo di "Miami blues" romanzo e film, con gran meraviglia degli altri lettori.
Il romanzo è un bell'esempio di hard boiled senza il romanticismo di Chandler e Hammett.
Non è il tipo di storia che si può scrivere oggi, con smartphone e internet, ma regge bene negli anni in cui è ambientata.
Belle descrizioni di Miani, anche se troppe indicazioni stradali annoiano un po'.
I personaggi sono assurdi quel tanto che basta per non renderli irrealistici.
Lo squallore di alcuni ambienti e l'aria di reganismo e i segni della crisi prossima ventura lo rendono un discreto spaccato sociologico.
Il più strampalato dei Ripley.
Il più incomprensibile.
L'avversario è troppo irreale.
A parte questo c'è tutto il Ripley che amo e tanto basta per rendere la lettura gradevole :)
Giorno d’autunno
Rainer Maria Rilke
Signore: è tempo. Grande era l’arsura.
Deponi l’ombra sulle meridiane,
libera il vento sopra la pianura.
Fa’ che sia colmo ancora il frutto estremo;
concedi ancora un giorno di tepore,
che il frutto giunga a maturare, e spremi
nel grave vino l’ultimo sapore.
Chi non ha casa adesso, non l’avrà.
Chi è solo a lungo solo dovrà stare,
leggere nelle veglie, e lunghi fogli
scrivere, e incerto sulle vie tornare
dove nell’aria fluttuano le foglie.
Che strano giallo senza investigatori, con cattivi così strani, fuori dall'ordinario.
Bella storia, Protagonista eccezionale.
Questo lo scrissi ricordando le impressioni ricavate negli anni settanta, quando lessi questo romanzo dopo aver visto il film di Wenders.
Ora, dopo aver letto i primi due romanzi, confermo tutto e con gli interessi :)
Conoscendo il Ripley precedente, il suo comportamento in questa storia è ancora più singolare e intrigante.
UN AVIATORE IRLANDESE PREVEDE LA SUA MORTE
William Butler Yeats
Io so che incontrerò il mio destino
Da qualche parte tra le nuvole.
Io non odio coloro contro cui combatto,
E non amo coloro che difendo.
Il mio paese è Kiltartan Cross,
I miei amici sono i contadini di Kiltartan ,
E qualsiasi fine avrà questa guerra loro non ne avranno danno
O non ne avranno alcun vantaggio.
Non fu la legge o il dovere che mi hanno costretto a combattere,
Non furono i politici o la folla che li applaude.
Fu un solitario impulso di piacere
Che mi spinse a queste zuffe tra le nuvole.
Tutto ho valutato, tutto quanto ricordo o potevo prevedere.
E mi sono sembrati uno spreco di fiato gli anni che verranno,
E uno spreco di fiato mi sono sembrati gli anni passati,
Se li paragono a questa vita, a questa morte.
Gli italiani in Africa orientale. Vol. 1: Dall'Unità alla Marcia su Roma
Primo volume di un'opera monumentale e spietata sull'imperialismo straccione dell'Italia. Deprimente. Una classe politica di indecisi a tutto o di megalomani che si è affidata ad un branco di avventurieri e traffichini.
Con calma legger gli altri volumi della serie, ma per ora devo riprendermi dalla depressione derivata dalla conoscenza di tanta incapacità.
Non ho mai amato Lovecraft e l'Alan Moore anni 2000 non mi entusiasma, quindi mi son avvicinato a questo fumetto parecchio perplesso.
Non è un capolavoro.
C'è un sacco di sesso e parecchia fuffa.
A conti fatti non mi è dispiaciuto, il finale non è malvagio.
Non ci ho trovato l'Alan Moore che mi aveva affascinato negli anni novanta, ma credo che ormai sia ufficialmente andato chissà dove, sostituito dal mago fuffologico a tempo pieno.
Peccato.
Colei che ha gli occhi aperti a ogni luce
Amalia Guglielminetti
Colei che ha gli occhi aperti a ogni luce
E comprende ogni grazia di parola
Vive di tutto ciò che la seduce.
Io vado attenta perché vado sola
E il mio sogno che sa goder di tutto
Se sono un poco triste mi consola.
In succo ho spremuto ogni buon frutto,
ma non mi volli saziare e ancora
nessun mio desiderio andò distrutto.
Perciò, pronta al fervor, l’anima adora
Per la sua gioia, senza attender doni,
e come un razzo in ciel notturno ogni ora
mi sboccia un riso di seduzioni.
Un agile libretto sulla bellezza e importanza della scrittura a mano e sopratutto della bella scrittura.
Non so cosa mi aspettassi da questo libro che tanto mi aveva interessato, ma non l'ho trovato.
Forse perché il suo scopo è suscitare curiosità verso la calligrafia, cosa che io già avevo sin da ragazzo, essendo incapace di usare con garbo carta e penna.
Peccato, il tono è quello di una vera appassionata e le argomentazioni, pur essendo solide, hanno un afflato poetico che non dispiace.
Forse un po' meglio dei precedenti, forse.
Il finale è un po' così, un po' cosà, nulla di che.
Abbastanza drammatico, questo sì.
Se pure non l'avessi letto non sarebbe cambiato nulla: una storia inutile, raccontata con confusione e tanta fuffa.
Peccato per i personaggi, che rimangono molto belli, persino Orlando.
Caotico, drammatico, inconcludente.
Tutti i difetti del primo Century sono moltiplicati in questa seconda avventura.
Personaggi fantastici in una storia sbagliata.
E' sempre più chiaro che Moore avrebbe dovuto fermarsi al secondo volume della TLOEG.
Dopo secoli, finalmente, con la rivoluzione francese, un governo decide sul serio di trovare unità di pesi e misure e lo fa basandosi sulla unità di lunghezza.
Parte un'avventura che, attraverso guerre, Terrore, profondi drammi personali alla fine porterà al metro al litro e al kilogrammo.
I nomi dei protagonisti li troviamo sui libri di testo in un sacco di materie scientifiche, ma penso proprio che ciò che hanno fatto per i pesi e le misure è l'apice della loro grandezza.
Inutile sottolineare come Guedj riesce a raccontare la vicenda esattamente come il romanzo d'avventura che è stato.