Antivaccinisti, avete rotto
Antivaccinisti, avete rotto i coglioni. Ecco, l’ho detto
(tratto da questo mio thread su Twitter, ripulito)
A chi ancora pensa che l'antivaccinismo sia semplicemente una
rivendicazione di un diritto personale o di una diversità di opinioni
consiglio la lettura dell'ondata di odio che mi è arrivata per questo tweet.
Ovviamente silenzio tutti questi hater inesorabilmente, e presumo che sappiano
benissimo che questa è la fine che fanno i loro insulti. Ma lo fanno lo
stesso.
Per cui no, mi spiace: l’antivaccinismo non è una semplice differenza di
opinioni. È odio. È violenza. E come tale va trattato.
Discutere, ragionare, portare i dati, spiegare concetti è inutile con questa gente che capisce solo l'odio.
Quindi scusatemi se non perdo tempo ad argomentare con chi tanto ha già deciso in partenza che non ascolterà.
Scusatemi se non spiego per filo e per segno perché non debunko il video
X o la frase Y. E scusatemi se non debunko puntualmente ogni singola
frase Y, video X e grafico Z.
Ammiro la pazienza infinita dei colleghi debunker che in questi quasi
due anni hanno diligentemente cercato di spiegare i miti, le bugie e le
manipolazioni alla base dell'antivaccinismo.
Ma sinceramente, a questo punto, dopo tutto questo tempo, dopo oltre
cinque milioni di morti nel mondo (centrotrentamila morti in Italia),
chi non ha ancora capito non capirà mai.
Perché il suo antivaccinismo non è basato su argomenti, dati, numeri,
ricerche. Parte dall'odio, dal fottersene degli altri, dall'egoismo
smisurato, dall'arroganza ignorante, e solo dopo sceglie i dati, i
video, le frasi e gli “esperti” che gli confermano la sua visione del mondo.
L'antivaccinista hater non è uno che si è informato male. È uno che odia
in partenza e che nell'antivaccinismo ha trovato l'appiglio per
vomitare il suo odio. Prima c'è l'odio, poi arriva l'antivaccinismo.
Se questa mia descrizione dell'antivaccinismo vi pare drastica o estrema,
ripeto: guardate i commenti che arrivano a qualunque tweet o post sui
vaccini.
Quindi che si fa? Si rinuncia a fare debunking? Si
smette di spiegare
pazientemente cose che ormai sono o dovrebbero essere straovvie? Ossia
che il Covid è un pericolo reale che fa collassare le terapie intensive
(di nuovo)
e l’intero sistema sanitario a danno di tutti, che il vaccino non è
perfetto ma funziona bene, e che disquisire sui dettagli è una perdita
di tempo e bisogna semplicemente vaccinarsi, mettere bene la mascherina, tenere le distanze e non affollarsi in luoghi poco ventilati, punto e basta?
Opinione personale: sì, si smette. Io, perlomeno, smetto. I colleghi più
pazienti di me che continueranno avranno tutta la mia ammirazione e
tutto il mio rispetto.
Ma per quel che mi riguarda, il tempo delle spiegazioni pazienti è
finito.
È ormai chiaro che c'è una fetta di popolazione, in ogni paese, che è
completamente refrattaria a qualunque spiegazione e ragionamento.
Per colpa di questa fetta, ci stiamo andando di mezzo tutti. Da quasi due anni.
Si è cercato di puntare sul buon senso, sulla solidarietà, sullo
spiegare con parole semplici, sulla fiducia nell'intelligenza del
prossimo, ma alla fine siamo ancora qui, alla quarta e presto quinta
ondata, con i malati gravi e i morti che aumentano.
E alla fine qualcuno si è arreso all'evidenza e ha deciso che siccome
dialogare non serve a nulla e per colpa degli idioti ci stiamo andando
di mezzo tutti, resta una sola via, da affrontare con sconsolata
rassegnazione dopo aver esaurito tutte le altre. L'obbligo.
L'Austria è la prima ad aver esaurito la pazienza.
Perché se ti dicono che se metti le dita nella presa di corrente rischi la scossa e
tu insisti a dire che prendere la scossa è un tuo diritto e tanto un
po' di corrente non ha mai ucciso nessuno e la lobby degli elettricisti
ce l'ha con te, allora mi spiace: sei scemo.
E con gli scemi non si perde tempo in spiegazioni. Ci provi una volta,
perché è giusto provarci, dare una possibilità, ma quando vedi che non
ti ascoltano ma anzi ti attaccano e ti insultano, allora lasci perdere.
Se
lo scemo che rivendica il diritto di mettere le dita nella presa di
corrente contro la "dittatura elettrica" si folgora e toglie la corrente
al palazzo, allora gli altri inquilini che devono fare? Sopportare?
Mettersi a discutere con chi dice che 220 volt sono troppi e forse 110 o
50 sarebbero meglio, anzi facciamo 12 volt e non se ne parla più?
Dibattere se togliere tutte le prese elettriche in ossequio al
"principio di precauzione"? O semplicemente levare la corrente a lui?
Quante cretinate, quanti cavillamenti su numeri, percentuali, "di / con /
per" dobbiamo sopportare, quanti altri malati cronici e morti, quante
altre ondate, quanti altri mesi di chiusure e mascherine dobbiamo pagare
per colpa degli scemi irrecuperabili?
In conclusione, scusatemi
la schiettezza: mi sono rotto i coglioni di
sopportare le idiozie degli antivaccinisti. E anche quelle di quei
colleghi giornalisti che, puttane del clic, soffiano sul fuoco pur di
vendere qualche copia in più e compiacere l'omuncolo politico di turno
che cavalca qualunque scemenza pur di accaparrarsi qualche voto in più.
E mi rassegno all'idea che l'appello al buon senso e alla solidarietà è fallito miseramente.
Sarebbe ora di ammettere questo fallimento e agire di conseguenza. Civilmente, educatamente, ma agire.
---
Piccolo avviso finale: se mi insultate, verrete silenziati. Se esigete
da me il debunking di questa o quella affermazione sui vaccini, verrete silenziati. Se mi coinvolgete in
battibecchi con gli antivaccinisti, verrete silenziati.
Nessun preavviso, nessun meme con delfino, nessun appello. Non ho più né tempo né pazienza per queste cose.
Perché avete il sacrosanto diritto alla vostra opinione, ma io ho il
sacrosanto diritto di non doverla ascoltare. E di non rispondere ai
rompicoglioni attaccabrighe.
E per il vostro bene, vaccinatevi.
Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità
grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete
incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite
Paypal (paypal.me/disinformatico) o altri metodi.